Sono molte le cose che si ricordano del Salento, dopo una vacanza in questo meraviglioso lembo di terra della Puglia meridionale: restano nella mente la bellezza dei paesaggi, delle spiagge e del mare che pochissimo ha da invidiare a quello di terre ben più lontane.
Ci sono i borghi che, con il loro patrimonio storico, catapultano i visitatori in tempi ormai passati e poi le tradizioni, le cui origini si perdono nella maglia del tempo.
I simboli del Salento sono generalmente riconducibili a stili architettonici, dolcetti tipici e animali legati a uno dei fenomeni più caratteristici del territorio, il tarantismo.
Il ragno, il geco e la Taranta
La taranta è una danza nata per alleviare le donne dai dolori causati dal morso della tarantola: lavorando nei campi per raccogliere il grano, erano più soggette a questi incidenti e si pensava che, per alleviare i sintomi, dovessero ballare come delle ossesse al ritmo incalzante di armoniche, tamburelli e violini.
Queste scene avvenivano nelle piazze dei paesi salentini, per poi spostarsi nelle chiese quando si decise di cristianizzare questo rito, legandolo in particolare a San Paolo.
Il ragno o tarantola è il simbolo del Salento e si trova impresso ovunque, sui tamburelli e altri manufatti artigianali, alla stregua del geco: anche questo piccolo animaletto, è uno dei simboli del Salento, dove è considerato addirittura una sorta di amuleto contro le negatività.
In ogni caso, il fenomeno del tarantolismo si è diffuso sempre più nel tempo, diventando protagonista di un festival itinerante che tocca i principali borghi della Grecìa Salentina: il famoso Concertone si svolge a Melpignano, attirando migliaia di visitatori da tutta Italia e non solo.
Chi vuole conoscere i luoghi originari in cui si è sviluppato il tarantolismo, può raggiungere Galatina, dove c’è la Chiesa di San Paolo risalente al XIII secolo: all’interno di questo antichissimo edificio di culto è presente anche la Cappella delle Tarantolate con tanto di pozzo adiacente, dal quale veniva attinta l’acqua benedetta per la guarigione delle donne tarantolate.
Galatina è comunque famosa anche per un altro dei più noti simboli salentini, ossia il pasticciotto: si tratta di un dolce di pasta frolla ripieno di morbida crema pasticcera, di cui oggi ne esistono decine e decine di versioni che soddisfano davvero tutti i gusti.
Luminarie, barocco e pasticciotto
Christian Dior ha recentemente organizzato una delle sue splendide sfilate a Lecce, nel cuore del centro storico dove a dominare è lo stile barocco. La scenografia scelta dalla maison francese ha visto come protagoniste le luminarie, chiamate in Salento anche parature.
Si tratta di vere e proprie opere d’arte realizzate in legno che, grazie alla maestria degli artigiani locali, prendono forme monumentali che lasciano a bocca aperta, con magliaia di luci colorate che rendono la costruzione ancora più scenografica.
Nonostante le luminarie siano protagoniste di tutte le feste e sagre che si svolgono in Salento e nel resto della Puglia, la capitale delle parature in Salento è senza dubbio Scorrano. In occasione della festa di San Domenico a luglio, il borgo diventa un vero e proprio tripudio di luminarie che riproducono famosi monumenti, gallerie, volte e chiese baroccheggianti.
A proposito di barocco, non si può non citare Lecce tra i simboli del Salento, con il suo centro storico dove abbondano i palazzi e le chiese in questo stile importato dagli spagnoli nel ‘600.
La Basilica di Santa Croce è l’emblema del barocco leccese, con una facciata dove non si contano i fregi e le statue che la decorano. Anche la Cattedrale di SS. Maria Assunta in Piazza Duomo è uno splendido esempio di stile barocco e sorge nel cuore della scenografica Piazza Duomo, dominata dal campanile dello Zimbalo, uno dei più importanti architetti del ‘600.
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