La Puglia è sempre stata una terra magica, tanto affascinante che la sua storia si è spesso fusa con la mitologia.
E tra mitologia classica e racconti poetici, si incontra l’eroe Enea, di cui ci ha parlato Virgilio e sulle cui tracce vanno ancora i turisti odierni che cercano ancora oggi di trovare le origini della nostra civiltà.
Ma partiamo dall’inizio, ovvero dall’ Eneide.
Enea: un eroe per terra e per mare
La Puglia, e con lei il Salento, è stata sempre un territorio di incontro tra popoli, lingue e culture assai diversi tra loro. Questi incontri hanno donato alla regione un’eredità storica unica nel mondo, dalla quale è possibile attingere a storie e leggende fantastiche.
Tra queste storie e leggende mitologiche si distingue la narrazione di Virgilio che nell’Eneide, scritto nel I° secolo a.C., ci racconta di Enea e ci riporta il suo lungo viaggio che il nostro eroe ha intrapreso subito dopo la distruzione della città di Troia.
Enea, che era figlio di Anchise, un mortale, e di Afrodite, la magica dea della bellezza, allontanandosi dalla devastazione e dall’annichilimento della sua valorosa città, insieme al padre e ad Ascanio, il figlio, ormeggiò sulle coste della Puglia.
Qui rimase qualche tempo per poi proseguire il suo viaggio attraverso la penisola italiana, per giungere nel Lazio, dove avrebbe concepito Romolo e Remo, ponendo le basi per la fondazione di Roma.
Otranto, Leuca, Porto, ma anche Castro e Badisco: sono queste le città che, prendendo come riferimento il testo dell’Eneide e l’attenta descrizione che si fa dei territori, sembrano possano essere gli ipotetici siti dell’approdo.
Virgilio, infatti, ci racconta che quando Enea toccò terra, aveva subito visto un porto, che si trovava ai piedi di un monte sulle cui alture si ergeva un grande tempio che gli abitanti del luogo avevano offerto alla dea Minerva, la Atena dei greci.
Queste caratteristiche geografiche hanno portato molti studiosi ad affermare che si tratterebbe molto probabilmente della città di Otranto, nella cui città sorgeva un tempio dedicato a Minerva.
Salento, dove la mitologia incontra la natura
Di recente, alcuni hanno anche ipotizzato che la località di cui parla Virgilio possa però essere Torre dell’Orso.
Virgilio nel raccontare questa parte di territorio del Salento, ci parla di due scogli, che lui descrive come “due torri”, che sono facilmente riconoscibili nelle “due sorelle” di Torre dell’Orso, ovvero due grossi scogli che si elevano dal mare.
Il vento e il mare ne hanno modificato l’aspetto, perché come egli stesso scriveva nel libro III dell’Eneide, “spumoso il mar percuote e frange”.
Porto Badisco: tra realtà e sogno
Nei pressi di Porto Badisco sorge una piccola spiaggia, un porticciolo incantevole. Gli abitanti del luogo sono sicuri che è qui che ha ormeggiato l’imbarcazione di Enea.
Questa spiaggia era prima bagnata dalla foce di un fiumiciattolo che ora è scomparso, collegato al mito di Enea: infatti, leggenda vuole che proprio su questo arenile sbarcò Enea.
Tra alte scogliere si aprono grotte, in cui gli archeologi hanno rinvenuto oggetti preistorici e i resti di elefanti nani.
Non molto distante sorge la Grotta dei Cervi, sulle cui pareti sono state rinvenute diverse pitture rupestri e pittogrammi, che sono stati realizzati in un periodo storico che va dal paleolitico superiore e fino al neolitico.
La leggenda di Enea non è che un invito alla scoperta di un territorio e delle sue ricchezze, un itinerario culturale che fa delle destinazioni marittime e turistiche ambitissime dei centri in cui si origina e si apprende la cultura di un intero popolo.
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