La Grecìa Salentina è una delle zone più autentiche e affascinanti del Salento, piccolo eremo per chi ricerca tranquillità e tradizioni in un territorio che, soprattutto in estate, si popola di turisti.

Calimera, Martignano, Melpignano sono solo alcuni dei borghi che fanno parte di questa bella enclave linguistica dove, ancora oggi, si parla il dialetto antico chiamato griko. C’è poi anche Corigliano d’Otranto, famosa per il suo castello, tra le fortezze meglio conservate di tutta l’Italia del sud, imponente ma anche elegante, quando si trasformò in dimora signorile.

Corigliano d’Otranto: cenni storici

La parola Corigliano deriverebbe da Chorion che significherebbe piccolo villaggio: oggi Corigliano d’Otranto è un grazioso borgo della Grecìa Salentina che mostra ai visitatori ancora i segni del suo passato.

Certamente il territorio dove oggi sorge è stato abitato dall’uomo sin dall’epoca preistorica e a dimostrarlo ci sono Caroppo 1 e Caroppo 2: si tratta di due dolmen utilizzati nel Neolitico come camere funerarie, così chiamati in memoria di colui che nel 1993 li ha scoperti, ossia Oreste Caroppo. Se Caroppo 1 è il dolmen più grande con ben quattro camere con tanto di lastra in pietra a coprirle, Caroppo 2 è costituito da una sola camera sepolcrale.

Con certezza, le origini di Corigliano d’Otranto sono incerte, forse legate ai Messapi, ai greci oppure ai romani, di cui senza dubbio si riconosce la mano nell’impianto urbanistico.

In ogni caso, sono state molte le famiglie ad alternarsi nel dominio di Corigliano d’Otranto, dagli Orsini del Balzo ai D’Enghien fino agli Indrini e soprattutto ai De’Monti, ai quali si deve la costruzione del castello e della cinta muraria. Solo nel XVII secolo, il castello divenne un elegante residenza nobiliare con la presenza dei Trane.

Si può in ogni caso pensare che un vero e proprio incentivo per lo sviluppo di Corigliano d’Otranto si ebbe nel IX secolo, quando nel Cenobio Basiliano di San Giorgio trovò sede una scuola di cultura bizantina e lingua greca: qui vennero creati preziosi codici greci oggi conservati in importanti biblioteche. Quando però nel XV secolo cominciò la costruzione del Monastero di Casole di Otranto, la stessa scuola coriglianese cominciò a decadere fino a scomparire del tutto.

Il Castello di Corigliano d’Otranto non è solo il simbolo della cittadina, ma anche la più vivida espressione della sua storia, una delle più belle costruzioni militari del ‘500 perfettamente conservata.

Cosa vedere a Corigliano d’Otranto, tra il Castello De’Monti e le chiese più belle

Il Castello De’Monti è il simbolo di Corigliano d’Otranto ed è stato Nicolantonio De’Monti a ordinarne la costruzione nel 1465, proprio nel cuore della cittadina della Grecìa Salentina.

Presenta quattro iconici torri angolari, ognuna delle quali decorata con bassorilievi che rimandano a un santo protettore e alle virtù cardinali: la facciata barocca è stata modificata in seguito, nel 1667, per pure finalità estetiche: si può ammirare un bel balconcino a sbalzo, delimitato da una balaustra ricca di fregi in pietra leccese, decori a tema floreale e zoomorfo.

Tra le camere visitabili, si fanno apprezzare la Sala Cavallerizza, la Sala Pseudo-Medioevale e la Sala delle Vasche, con tanto di piscine utilizzate per raccogliere la preziosa acqua piovana e reperti archeologici raccolti nella zona.

Si può compiere poi il Percorso del Fossato oppure raggiungere i bastioni tramite il camminamento di ronda, come antichi armigeri, godendosi poi una vista bellissima di Corigliano d’Otranto dalle terrazze.

Oltre al Castello De’Monti, ci sono molte cose da vedere nel borgo salentino, dal settecentesco Palazzo Comi dalla facciata in stile classico recante antiche iscrizioni greche di epoca bizantina.
C’è poi l’Arco dei Lucchetti, un elegante opera muraria risalente al 1497 che introduce i visitatori a una bellissima corte: su di esso sono incisi dei simboli, anch’essi bizantini, che fanno riferimento al legame tra un uomo e la sua giovane sposa.

Tra le chiese più importanti di Corigliano d’Otranto c’è quella dedicata a San Nicola: l’edificio risale al 1573 e il suo tesoro più bello e rilevante è senza dubbio il mosaico che decora il pavimento della chiesa, realizzato nel XIX secolo e raffiguranti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Meritano una visita anche la Cappella di San Leonardo risalente alla seconda metà del ‘400, la Chiesa di San Luigi con all’interno un bellissimo altare realizzato nel 1814 e poi la Chiesa della Madonna degli Angeli, di cui non si può non apprezzare la splendida facciata cinquecentesca.

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