Nell’immaginario comune, il Salento è rappresentato da lunghe spiagge sabbiose, un mare cristallino che poco ha da invidiare a quello caraibico e borghi che, soprattutto in estate, si animano grazie all’arrivo di turisti attirati dal loro patrimonio storico e artistico.

Eppure questa terra è ricca di luoghi più intimi e remoti, meno conosciuti ma proprio per questo preservati dal turismo di massa.

Tra questi c’è la Baia dei Diavoli, una piccola caletta che si affaccia sul Mar Ionio che piacerà a coloro che non amano la moltitudine di bagnanti che affolla le spiagge, ma che prediligono quell’atmosfera remota e incontaminata che tanto affascina letterati e poeti più o meno noti, i quali sovente si recano presso questa baia per trovare ispirazione ai loro versi.

Alla scoperta della misteriosa Baia dei Diavoli

La Baia dei Diavoli si trova nei pressi della località di Posto Rosso, una delle piccole frazioni del comune salentino di Alliste, da cui dista poco più di 7 km: la baia sorge precisamente sulla litoranea che collega Gallipoli a Santa Maria di Leuca, tra Torre San Giovanni e Torre Suda.

La baia si trova in un tratto costiero particolarmente roccioso e frastagliato, con scogli alti che sembrano quasi inaccessibili: una piattaforma, sempre di roccia, si erge a 6 m. di altezza sul mare e permette a tutti i bagnanti più coraggiosi e arditi di tuffarsi nel mare limpido che bagna la Baia dei Diavoli.

I fondali, sabbiosi, sono poi tra i più profondi di tutta la costa salentina, sfiorando infatti i 4 m.. Il mare è qui molto capriccioso, sottostando ai venti e alle correnti che lo rendono spesso anche impetuoso: non a caso, oltre ai pescatori in cerca di luoghi ameni dove praticare la propria passione, la Baia dei Diavoli è molto frequentata anche dagli amati di sport acquatici come il surf e il windsurf.

Ciò che più incuriosisce di questa località marina è soprattutto il suo nome, che tante leggende e curiosità ha destato. C’è chi dice che è stata chiamata così perché il mare, penetrando nelle cavità rocciose create nel tempo a causa dell’erosione, crea suoni e rimbombi sinistri, che rendono la baia un luogo assai misterioso, nonostante c’è chi giura che questi rumori abbiano effetti benefici sulla psiche di chi ha l’opportunità di ascoltarli.

C’è però un’altra leggenda che avvolge la Baia dei Diavoli e affonda le radici nel 280 a.C., quando cioè divampava la guerra tra Taranto e Roma. I tarantini si ritrovarono a chiedere dunque l’aiuto del re dell’Epiro, Pirro, che così salpò con la sua flotta alla volta delle coste salentine.

La leggendaria Baia dei Diavoli e i suoi dintorni

Le navi di Pirro erano numerose e pare portassero con loro miglia di uomini: una di queste si fermò proprio all’altezza di quella che oggi è chiamata Baia dei Diavoli, vicino alla marina di Alliste. Le infide correnti marine sorpresero però l’imbarcazione facendola affondare con il suo ricco carico di uomini ma anche di animali.

Pare infatti che a bordo di una delle navi di Pirro ci fossero una ventina di maestosi elefanti da guerra, specie animale sconosciuta agli abitanti della zona. Davanti a questi pachidermi che annaspavano nelle acque con un feroce seppur inutile tentativo di fuggire alla morte incombente, gli abitanti locali credettero di avere davanti esseri dotati quasi di una forza maligna, appunto dei diavoli. Da qui il nome con cui ancora oggi è conosciuta questa selvaggia località di mare del Salento.

Dalla Baia dei Diavoli, chiunque desideri godersi un tratto costiero un po’ più accessibile può raggiungere la vicina Posto Rosso, una piccola località costituita da poche case che solo in estate si anima grazie all’arrivo dei turisti, mantenendo però anche allora un’atmosfera più rilassata e tranquilla rispetto ad altri luoghi del Salento.

Il nome Posto Rosso è legato alla presenza sia di una casupola rossa usata dai mariani come punto di riferimento costiero che di rocce che, a causa di alghe vellutate, assumono una colorazione quasi rossastra. La località di Posto Rosso è anche soprannominata Bosco di Statue e il motivo è legato a quelle sculture rocciose, simili a quei caratteristici pinnacoli fatti dai bambini con la sabbia bagnata, realizzate da un’artista anonimo.

Il lungomare di Posto Rosso porta direttamente all’altra frazione di Alliste, ossia Capilungo, anch’essa abitata normalmente da poche decine di abitanti e incastonata tra il mare color cobalto e la verdeggiante macchia mediterranea.

Merita una visita la vicina Alliste, una cittadina fondata dai profughi di Felline (oggi sua frazione) in fuga dai saraceni, situata tra la Serra Costiera e la Serra Orientale. Tra le tante cose da visitare in questo borgo ci sono la Chiesa di San Giuseppe con all’interno un prezioso dipinto della Madonna del Rosario e il Castello di Felline, edificio baronale del XIII secolo. Nella frazione di Felline si trova anche la Chiesa della Madonna dell’Alto, costruita attorno all’anno 1000 su un’altura panoramica.

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