Quando si pensa alla storia del Salento, la mente corre subito a popoli e famiglie nobiliari che hanno lasciato un segno in questo bellissimo angolo meridionale della Puglia, dai Messapi ai romani fino agli Aragonesi.
Ma si ignora quanto antica sia questa terra, che in realtà ha visto la presenza dell’uomo da tempi ben più remoti: a dimostrarlo sono le costruzioni megalitiche, tra menhir e dolmen, che disseminano il Salento. Molte di queste preistoriche costruzioni fanno parte integrante della sua storia e meritano di essere visitati per conoscere il volto più antico e forse più affascinante del Salento arcaico.
I dolmen di Giurdignano, di Corigliano d’Otranto e di Melendugno
Giurdignano è un borgo dell’entroterra salentino, distante dalla costa di Otranto poco più di 7 km: sono molte le cose da vedere in questo delizioso paese, dalla Chiesa di San Rocco alla cripta di San Salvatore scavata nella roccia nel lontano VII secolo. Eppure ciò che rende Giurdignano famosa in tutta la regione è senza dubbio la presenza del Giardino Megalitico ricco di testimonianze preistoriche risalenti al neolitico.
Menhir e soprattutto dolmen caratterizzano quest’area archeologica, alcuni dei quali sorgono praticamente nel cuore del paese come il menhir della Madonna di Costantinopoli: colpiscono anche il menhir di San Paolo, che sovrasta l’omonima cripta e il menhir San Vincenzo alto più di 3 m.
I dolmen erano tombe costituite da una lastra orizzontale sorretta da blocchi in pietra verticali: a Giurdignano, la capitale del Megalitismo in Salento, ci sono i dolmen Grassi vicini tra loro e il dolmen Chiancuse, un tempo davvero maestoso mentre oggi è crollato e ricoperto dalla vegetazione locale.
Corigliano d’Otrano invece deve la sua fama soprattutto al maestoso Castello De Monti edificato nel 1465, con le sue quattro torri angolari intitolate ognuno a un santo e a una virtù cardinale.
Eppure nel borgo della Grecìa Salentina sono conservati i dolmen Caroppo 1 e Caroppo 2: portano il nome di colui che li ha scoperti nel 1993, Oreste Caroppo e rappresentano entrambi due camere funerarie risalenti all’età neolitica. Se Caroppo 2 è un dolmen più piccolo composto da una sola camera sovrastata da una lunga pietra dalla forma irregolare, il Caroppo 1 è ben più grande contando ben quattro ambienti.
Anche nel borgo di Melendugno, località famosa per le sue meravigliose marine tra le quali Torre dell’Orso e Torre Sant’Andrea, sono conservati il dolmen Gurgulante alto circa 90 m. e, lungo la stessa strada che porta al borgo di Calimera, il domen Placa scoperto nel 1909.
I dolmen del Salento: da Maglie a Giuggianello
Non lontano dal centro abitato di Maglie, a una distanza di soli 13 km , si erge invece il dolmen Li Susi che, di fatto, è stato in assoluto la prima costruzione megalitica del genere scoperta in tutta la Puglia. Supera il metro di altezza e sono ben otto le pietre verticali che sorreggono la copertura in pietra: oggi questo dolmen fa parte di un interessantissimo parco culturale situato in un territorio abbastanza rurale sulla strada verso Uggiano la Chiesa.
Il famoso dolmen Argentina sorge invece nei pressi di Salve e si trova a poco più di 600 m. dal dolmen Cosi, il quale, oltre a conservarsi strutturalmente in maniera ottimale, ha rivelato ai suoi scopritori resti di terracotte, di denti e di ossa.
Da non perdere, nel corso di un tour sulle tracce preistoriche del Salento, anche il dolmen Chianca S.Stefano a Carpignano Salentino, un esemplare trilite composto infatti da tre lastroni, caratteristica questa che avvicina questo dolmen a quelli presenti in Gran Bretagna.
A Racale, nel cuore delle tipiche serre salentine nel Basso Salento, è possibile ammirare invece il dolmen Ospina: è stato rinvenuto nel 1962 da Carlo Piccinni e vede la presenza di lastre in pietra calcarea sulle quali però manca la copertura, che però è stata restaurata in seguito e adagiata di fianco.
Anche a Melissano e a Spongano è possibile visitare due dolmen, ossia rispettivamente quello di Civo di cui è rimasta solo la pietra in carparo e il Piedi Grandi, situato in una proprietà privata ricca di alberi di ulivo e di lecci.
A Giuggianello, borgo situato tra Muro Leccese e Minervino di Lecce, è conservato poi il dolmen Stabile, conosciuto anche come dolmen Quattro Macine: la sua caratteristica principale sono dei segni presenti sulla superficie del lastrone che vanno a formare una sorta di V. A due passi si trova anche il dolmen Ore, composto oggi da un unico monolite.
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