Forse non tutti sanno che in provincia di Lecce si trovano ben 9 comuni di origine greca nei quali si parla il “griko“, un dialetto grecofilo tramandato di padre in figlio e ancora oggi in uso tra i più anziani.
La Grecia Salentina è una zona della Puglia dalle bellezze naturali ancora incontaminate. Il popolo che vive in quest’area tramanda da generazioni alcune tradizioni folkroristiche che affondano le origini nell’antica Grecia, che la colonizzò tra il 900 e il 1700 a. C.
Siete pronti a prendere appunti per sapere dove si trovano e quali sono le principali attrazioni da non perdere? Scopriamolo insieme in questa breve guida.
Galatina e Soleto: i centri ellenistici di maggiore rilievo
Un antico borgo che viene considerato il confine geografico della Grecia salentina e che è stato una colonia greca fino al XVI secolo: Galatina è caratterizzata da un basolato che dà accesso al centro storico fino a piazzetta Orsini, dove è situata la Chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, una delle più maestose del Salento.
Con il suo stile gotico-romanico, la struttura presenta incursioni bizantine e normanne con meravigliosi affreschi che ritraggono ben 150 scene bibliche.
Galatina è conosciuta sin dall’antichità come il paese delle “tarantate“, donne che danzavano al ritmo di percussioni e suoni per guarire dal tremendo morso della taranta per poi ringraziare i santi Pietro e Paolo in occasione della loro festa, che si teneva il 29 giugno.
Da Galatina si giunge a Soleto, dalle origini messapiche molto antiche. Il punto forte di questo antico borgo è la Chiesa di santa Maria Assunta con il suo campanile di 90 metri. Se decidete di recarvi in questo luogo, non perdete il centro storico con il suo portale, la cappella di Santo Stefano e il campanile a vela dove potrete godere di scritte bizantine e affreschi di grande bellezza.
Zollino, Calimera e Sternatia: dalla preistoria a oggi
Si tratta probabilmente della più antica cittadina del Salento: Zollino presenta alcune testimonianze di menhir e dolmen che risalgono al 2000 a.C.
Tra i più belli c’è il menhir di Sant’Anna che conduce alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo con i suoi tre altari e il campanile.
A pochi chilometri di distanza si raggiunge Calimera, che è possibile visitare la storica piazza del Sole con il crocifisso policromo ligneo che risale al 1300 e la Chiesa Madre.
Se giungete a Sternatia, invece, troverete il frantoio ipogeo che risale al 1300, la Cripta di San Sebastiano e l’ex Convento dove vivevano i domenicani con meravigliosi affreschi e segni indelebili della presenza della cultura greca. Passeggiando per le strade di queste città il visitatore avrà la possibilità di ascoltare un dialetto ricco di parole derivanti dal greco antico: una caratteristica unica al mondo.
Melpignano, Martano e Corigliano d’Otranto: tre gioielli da non perdere
Conosciuta per il festival della musica popolare che si tiene ogni agosto, Melpignano presenta diversi gioielli dell’arte dallo stile barocco come la Chiesa di San Giorgio e il Convento degli Agostiniani che nell’antichità era adibito a mercato popolare e poi trasformato in un alloggio per frati.
Martano, invece, è più ampia e contiene diverse chiese che risalgono al XVI e XVII secolo, anche se la struttura più interessante è il Monastero della Consolazione che ospita una raccolta museale e una biblioteca. Se vi trovate in questo luogo, segnate nel vostro taccuino una tappa imperdibile: il Castello, ubicato al centro della cittadina con palazzi nobiliari e diverse corti costruite intorno.
L’ultima tappa che vi proponiamo è Corigliano d’Otranto: un delizioso borgo che sorge sui resti di un villaggio che risale al periodo protostorico e che è stato protagonista di molte vicende storiche. Corigliano ha visto il succedersi di diverse famiglie nobili che hanno lasciato abitazioni tipicamente medioevali che meritano una visita.
Queste importanti testimonianze della presenza greca in Italia hanno ottenuto un riconoscimento da parte dello Stato italiano che considera, oggi, il popolo Griko come una minoranza linguistica ed etnica greca.
Questo significa che il loro dialetto, definito una lingua a elevato rischio estinzione, è protetto dalla legge che ne incentiva la conservazione anche per le generazioni future.
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